Miami è una città che ha elevato l’asticella della qualità dei servizi stabilendo nuovi standard sul fronte dello stile di vita, nel ridisegnare l’ambiente del business, il paesaggio urbano e l’attrattiva per investitori, start-up e nuove iniziative imprenditoriali.
Una icona mondiale, oggi riferimento di nuove tendenze nell’arte, nel design, nel residenziale di lusso, nell’ospitalità, nella moda e nello stile. In sintesi un modello e una fonte di ispirazione.
Tutto questo facilitato, grazie al clima tropicale e ai vantaggi fiscali, dalla forte migrazione di ricchezza dovuta al costante e continuo trasferimento di nuovi residenti dagli stati del nord est degli Usa, con New York, Connecticut e Pennsylvania in primis.
Un articolo del New York Post dello scorso 9 giugno scriveva come il newyorkese che si trasferisce da Manhattan a Miami, con un reddito annuo medio di 650 mila dollari, riesca addirittura a risparmiare ben 195 mila dollari grazie al differenziale fiscale (in Florida non si pagano le tasse sul reddito personale) e al differenziale, a parità di tenore di vita, tra il costo dei servizi nella Grande Mela e l’analogo costo a Miami.
Ma anche con un reddito basso (per lo standard di New York) di 150 mila dollari/anno il risparmio tra le due città si quantifica in 49 mila dollari. Giusto come riferimento, il costo della vita a New York è del 137,6% superiore alla media nazionale americana mentre Miami si attesta solo del 22,8% sopra la media americana.
Sono stati 65 mila i newyorkesi che si sono trasferiti in Florida nel 2022, in aggiunta ai 62 mila del 2021.
È come se l’intera popolazione di Bergamo avesse deciso di emigrare in toto lasciando la città dei Mille completamente deserta.
Ma l’esodo dalla Big Apple continua e nel primo trimestre del 2023 altri 10.824 newyorkesi hanno registrato la nuova patente al Florida Department of Highway Safety and Motor Vehicles, la motorizzazione del Sunshine State.