In questo scenario dinamico gli Usa non sono soltanto il mercato target per l’export per Italia e Francia (per entrambe il primo di destinazione fuori dalla EU) così come sono saldamente il primo mercato di riferimento per l’export del Regno Unito, e il secondo per il Giappone e Corea del Sud.
Gli Usa sono indiscussamente, e a livello globale, il primo mercato di destinazione per progetti strutturati di Internazionalizzazione quali FDI, o IDE (investimenti diretti), M&A e Joint-Ventures.
E in questo ambito i top 4 dei paesi di provenienza di FDI negli Usa sono Giappone, Germania, Canada, UK, Paesi che da soli generano più del 50% del totale degli investimenti esteri negli Stati Uniti.
Se sommiamo anche gli investimenti dei successivi 4 paesi, nell’ordine di valore Irlanda, Francia, Paesi Bassi e Svizzera, arriviamo al 75% del totale degli investimenti esteri in Usa generato da 8 Paesi.
Nel restante 25% si trova il resto del mondo. Parliamo di 405 miliardi di dollari di investimenti FDI negli Usa nel 2021 (ultimo dato disponibile, fonte GBA, Global Business Alliance, Washington, DC) che portano ad uno stock complessivo di investimenti del valore di 5 triliardi di dollari per il solo 2021 (fonte World Investment Record 2022 della United Nations), principalmente nei settori manifatturiero (che da solo rappresenta il 40% e al cui interno oltre il 40% è rappresentato dal settore farmaceutico) e a seguire da elettronica,alimentare, bevande, medicale, macchinari, trasporti), wholesale trade, retail trade, finanza, servizi, logistica, tech, IT e real estate.
Un incremento di ben +143,6% rispetto ai 151 miliardi di FDI del 2020, dovuto principalmente ad un aumento di quelle acquisizioni definite come “cross-border M&A” e che hanno sperimentato un +54% degli investimenti in equity mentre gli investimenti greenfield hanno visto un aumento del +28% e che nel 2021 sono stati ben 1671.
Ma non solo: i profitti generati nel 2021 e reinvestiti sono stati di ben 200 miliardi di dollari, il più alto livello mai registrato.
Inoltre, stando ai dati della ITA, l’International Trade Administration parte del Department of Commerce, questi investimenti esteri contribuiscono un 16% della R&D, ricerca e sviluppo, americana e alimentano ben 8 milioni di posti di lavoro.
Nel 2022 sono state ben 8.468 le operazioni di M&A concluse negli Stati Uniti, per un totale di oltre $1,6 triliardi e oltre 13.000 le Joint-Ventures formate (inclusive di partnerships e ristrutturazioni), spaziando trasversalmente da accordi plurimiliardari, in termini di dollar value, a transazioni di “pochi” milioni di dollari per rafforzare la presenza nel mercato.
Dal fronte Italia, il Ministero degli Affari Esteri registra in €5,5 miliardi il valore di FDI svolti nel 2021 negli Stati Uniti, suddivisi tra:
- - meccanica e componentistica
- - arredamenti, sistema casa ed edilizia
- - servizi
- - moda e accessori
- - agroalimentare e bevande
- - alta tecnologia
- (quindi le 3F del Made in Italy con Fashion, Food & Furniture, e le varie declinazioni della meccanica di precisione).
- Con uno stock complessivo degli investimenti italiani negli Usa di $41 miliardi (fonte GBA per Cumulative FDIUS 2021), gli Stati Uniti sono saldamente al primo posto nella lista dei paesi dove le imprese italiane investono (seguono Spagna e Germania).
- Di fatto gli Usa si classificano, e per l’undicesimo anno consecutivo, come il primo e favorito mercato per FDI sulla base del 2023 A.T. Kearney FDI Confidence Index, davanti a Canada, Giappone, Germania, UK e Francia.
- Come illustrato nell’articolo di Marzo 2023 sul tema della Registrazione Societaria negli Usa, e come registriamo noi di MTW GROUP qui negli Stati Uniti, la costituzione di una LLC, Limited Liability Company, è la forma di entità legale più utilizzata da investitori stranieri e di fatto la maggioranza delle imprese frutto di M&A e di investimenti greenfield sono LLC.
- Ampia libertà e facilitazioni vengono riconosciuta agli investitori stranieri sia in termini di compliance che di fiscalità e gli FDI vengono valutati dal CFIUS, Committee on Foreign Investment in the United States, ai fini della tutela e protezione contro possibili rischi alla sicurezza nazionale che un investimento estero può comportare per alcuni settori di business considerati come strategici per gli Stati Uniti (p.e. energia, difesa) e per questo entra in azione anche il FIRRMA, Foreign Investment Risk Review Modernisation Act, in vigore da Febbraio 2020.
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